Il calendario meteorologico

La meteorologia popolare nasce da osservazioni secolari sulla sequenzialità dei fenomeni meteorologici e sugli effetti che questi hanno su animali, piante ed uomini, come già ritroviamo negli scritti di Plinio il Vecchio e di Virgilio, nelle Georgiche, ad esempio. Nei tempi passati, quindi, il contadino piuttosto che il pescatore, passavano i giorni col naso all’insù, perché doveva guardare il cielo per ogni faccenda. Se c’era da falciare l’erba per fare il fieno, ad esempio, si doveva scegliere un periodo che non minacciasse pioggia, altrimenti l’erba tagliata gli si poteva infradiciare nei prati; anche se si doveva mietere il grano, bisognava evitare le piogge, e così via.
Di conseguenza non meraviglia se tutta la tradizione proverbiale e didascalica del mondo agricolo e marittimo abbondino di consigli sulla meteorologia, sui segni del tempo e sulle previsioni. E i detti possono cambiare da regione a regione, da zona a zona, tanto da poter compilare un vero e proprio calendario meteorologico.
Di seguito riportiamo alcune tradizioni legate ad alcuni giorni particolari dell’anno.


I giorni della merla

Sono i giorni in cui si determinerebbe un particolare rigore del freddo.
Una delle leggende è la seguente:
la merla, tormentata dal freddo di gennaio, che allora aveva solo 28 giorni, alla fine del mese credette d’essere uscita dall’inverno e disse:
“più non ti curo, Domine, che uscita son del verno”
Ma gennaio, fattosi prestare tre giorni da febbraio, che allora ne aveva 31, scatenò in questi un freddo intenso con bufere terribili, come oggi continua a fare perché la merla subisca il meritato castigo.


I nodi del freddo

Sono detti NODI i bruschi ritorni del freddo con maltempo nel progressivo aumento stagionale della
temperatura; di conseguenza la primavera non si afferma gradualmente, ma per ritorni ed impennate del freddo

  • Nodo di S. GIUSEPPE (19 Marzo)
  • Nodo dell’ANNUNZIATA (25 Marzo)
  • I GIORNI DELLA VECCHIA (29,30,31 Marzo)
  • Nodo del CUCULO (10 Aprile)
  • Nodo di S. MARCO (25 Aprile – è il patrono del vento)
  • I SANTI DI GHIACCIO (12,13,14 Maggio) I SS sono: Pancrazio, Servazio, Bonifazio
  • INVERNI DEI CAVALIERI (tra il 15 e il 20 maggio)
  • Nodo di S.Pietro (29 giugno)

I giorni della vecchia

un nodo “singolare”

I cosiddetti giorni della vecchia, sono, secondo una tradizione popolare, gli ultimi tre giorni di marzo, ossia il 29, 30 e 31 marzo, nei quali si ritiene che spesso torni il freddo dell’inverno da poco finito: sono considerati i giorni più freddi della primavera. C’è una singolare coincidenza con i giorni della merla e anche la leggenda è molto
simile. La leggenda, come per tutte le leggende relative al tempo, ha un fondamento meteorologico che ritroviamo nell’andamento climatico dell’ultima decade di marzo, che, effettivamente, di solito vede un ritorno del freddo dopo i primi tepori primaverili.

L’antica leggenda popolare narra di come Marzo anticamente durasse solo 28 giorni: una vecchietta, pregustando ormai il tepore della Primavera, disse: “Marzo, ormai farmi danno non puoi più, perché oggi è già Aprile e il Sole è ormai alto!”. Fu così che Marzo, sentendosi offeso, chiese tre giorni ad Aprile per far ritornare il freddo invernale e far ammalare la vecchietta.


La candelora

Il giorno prende questo nome per la distribuzione delle candele benedette per la festa della Purificazione di Maria, appunto il 2 Febbraio, ed è legata ad un pronostico conosciuto in gran parte d’Europa e che recita in latino:


“Sole micante Virgine purificante, magis frigor quam ante”
(se il Sole splende il giorno della Purificazione della Vergine, allora il freddo sarà maggiore di quello che è
passato)


In italiano il proverbio ha infinite varianti e quello più comune dice:
“per la santa Candelora se tempesta o se gragnola dell’inverno semo fora; ma se è sole o solicello siamo solo a mezzo inverno”


Estate di San Martino

Nel progressivo aumentare del freddo, solitamente si ha un’interruzione proprio in quel periodo, con un breve ritorno di qualche giornata serena e mite.
La leggenda vuole che questo ritorno delle temperature miti, sia in ricordo del generoso gesto del santo, ufficiale romano, che fece dono del suo mantello ad un povero freddoloso che gli chiedeva l’elemosina
per strada; quel povero era Gesù e da allora, per la festa di S.Martino, torna sempre quel sole che temperò il freddo al donatore rimasto senza mantello.
“L’estate di S. Martino dura 3 giorni ed un pochino”


Nuvola del perdono

2 Agosto

Si vuole che nell’Italia centrale, per quel periodo, cada una pioggia, benefica per la campagna e tonificante per piante,
uomini ed animali, mandata da S. Francesco come ristoro del gran caldo a chi lavora nei campi in occasione dell’indulgenza plenaria, detta PERDONO D’ASSISI. Tale pioggia, se cade, è detta nuvola del perdono.


Pioggia di S.Anna

Il 26 luglio ricorre la festa di S. Anna, madre della Madonna. In questo periodo dell’anno spesso fa molto caldo e la siccità del terreno
nuoce ai raccolti in campagna. La pioggia che cade in quel periodo è perciò considerata una benedizione del Signore.
Patrona dei mietitori, farebbe cader questa pioggia come ristoro per i suoi protetti


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